Die Walküre (La Walkiria)

Prima giornata.

Atto primo

Scena I
Un fuggiasco si rifugia in una abitazione, durante una tempesta: allo stremo delle forze, l’uomo riceve attenzione e cura dalla donna che abita nella dimora. Costei offre ristoro e ospitalità all’uomo, cui riferisce di essere sposa (e dominio) di Hunding, padrone di casa, del quale attende a momenti il ritorno.
Fra la donna e l’uomo corrono sguardi significativi, densi di misteriosa e tacita attrazione reciproca.

Scena II
Quando il marito della donna rientra, coglie immediatamente la somiglianza fra la moglie e lo sconosciuto. Hunding chiede all’uomo di rivelare la sua identità, e costui racconta la sua storia: un giorno, rientrando dalla caccia col padre, scoprì l’uccisione della madre e il rapimento della sorella gemella; poi ebbe una vita da fuggiasco, culminata con un combattimento nel corso del quale uccise coloro che ora si rivelano essere proprio i parenti di Hunding. Nonostante sia legittimato alla vendetta, ligio al dovere di ospitalità Hunding offre all’ospite riparo per la notte, ma lo invita ad armarsi e lo sfida a duello per il giorno dopo, dopo di che si apparta per la notte.

Scena III
La donna ha preparato al marito una bevanda soporifera: quando questa fa effetto ella torna dall’ospite. I due scoprono la causa della reciproca arcana empatia: sono fratelli, gemelli, figli di Wotan; costui, scoprono i due, è il vecchio che un giorno conficcò nel frassino al centro della casa di Hunding una spada che solo un eroe predestinato avrebbe potuto svellere dal tronco, e salvare la donna, vittima di un marito tirannico e violento. Da quel giorno la donna attende colui che possa svellere la spada dal frassino, e le sia insieme amico, fratello, compagno: ora egli è giunto. I due dunque si riconoscono, specchiandosi uno nell’altra. La donna proclama solennemente il nome di colui che non l’aveva ancora rivelato: Siegmund. Egli estrae la spada dal frassino e può unirsi a colei che a sua volta ora svela il suo nome: Sieglinde, sorella, amica, compagna. Sipario sul loro amplesso.

Atto II

Scena I
Montagna rocciosa e selvaggia: Wotan è con la Walkiria Brünnhilde, sua figlia prediletta (avuta da Erda: Wotan e la sua legittima sposa Fricka non hanno figli, ma lui ne ha un bel po’). Il padre ordina alla figlia (che obbedirà ben lieta) di proteggere il figlio Siegmund nell’imminente duello con Hunding. A ciò tuttavia, sdegnata e irata, si oppone Fricka, che invece protegge la sacralità delle unioni matrimoniali: ella dunque parteggia per Hunding, contro l’unione incestuosa dei due gemelli, frutto per di più di adulterio.

Scena II
Wotan oppone deboli repliche ai solidi argomenti di Fricka.
Racconta alla moglie che ha inteso, generando Siegmund e Sieglinde (i Velsunghi), iniziare una stirpe da cui potesse nascere un eroe libero dai vincoli che invece legano il padre (Wotan è tenuto a rispettare i patti, e quindi non può rivendicare l’Anello), e in grado dunque di riprendersi l’Anello. Ma per lo stesso scopo (Wotan dice di averlo appreso da Erda) Alberich ha generato un figlio, frutto del male e della violenza.
Fricka assai lucidamente contrappone alla spiegazione di Wotan un argomento insuperabile: Siegmund non è affatto un eroe libero, non solo perché Wotan lo ha concepito predestinandolo ad un preciso scopo, ma in forza di quello scopo ne ha manovrato nascostamente ogni istante della vita, fino a condurlo alla spelonca della gemella Sieglinde e del marito Hunding. Wotan, disperatamente impotente, non può che cedere all’ordine di Fricka, e revocare la protezione a Siegmund, che quindi soccomberà nel duello con Hunding. Wotan dà il contrordine a Brünnhilde, il che sorprende e turba molto la Walkiria. Wotan a sua volta è prostrato, non solo a causa del rischio mortale di Siegmund, ma anche perché il signore degli dèi si sente impotente di fronte alla manovre di Alberich.
Da qui in poi Wotan appare passivo, rassegnato alla fine, anzi di essa desideroso.

Scene III-V
Sieglinde e Siegmund stanno fuggendo, Hunding li insegue, furioso e assetato di vendetta. Brünnhilde raggiunge la coppia, e mentre Sieglinde giace svenuta per la fatica, la Walkiria annuncia a Siegmund che dovrà morire, ma che sarà ricompensato. Compito delle Walkirie, vergini amazzoni, infatti, è quello di occuparsi degli eroi eletti, determinarne la morte sul campo di battaglia, per poi condurli su cavalli alati a Walhall: qui, bevendo l’idromele, essi risorgeranno a nuova vita, per far parte della guardia scelta di Wotan, colmi di onore e ricompensati in eterno con ogni delizia. Siegmund replica che non abbandonerà mai Sieglinde, e che anzi piuttosto che abbandonarla andrà incontro alla morte uccidendo anche lei. Di fronte all’amore dell’uomo per la donna, la Walkiria, profondamente turbata, decide di disobbedire al padre, e così farà. Ma durante il combattimento la Spada possente di Siegmund, per intervento dell’irato Wotan che interpone la sua Lancia, va in frantumi, e l’eroe muore sotto i colpi di Hunding. La disperazione e l’ira di Wotan: con un furioso cenno determina la morte di Hunding. Brünnhilde (recuperati i frammenti della spada di Siegmund) porta via Sieglinde, e fugge con lei, inseguita dalla furia di Wotan, dovuta alla disobbedienza della figlia.

Atto III

Scena I
Sulla cima di un monte roccioso. Al termine di una impetuosa cavalcata nel cielo tempestoso giungono tutte le Walkirie, da ultima Brünnhilde, braccata dall’ira di Wotan. Sul suo destriero volante, Grane, Brünnhilde reca Sieglinde: con la complicità delle sorelle si preoccupa di mettere in salvo la donna, alla quale affida i frammenti della spada di Siegmund infranta dalla lancia paterna e – soprattutto – rivela la sua condizione. Sieglinde infatti attende un figlio: lo annuncia solennemente Brünnhilde. La donna dovrà fuggire verso la foresta, dove troverà rifugio (non lontano dalla caverna in cui Fafner sotto forma di drago custodisce il tesoro), lontana dalla collera di Wotan.

Scena II
Giunge Wotan: la sua ira nei confronti di Brünnhilde spaventa tutte le sorelle Walkirie. Di fronte ad esse Wotan pronuncia la terribile condanna nei confronti della figlia diletta e disobbediente: il ripudio. A nulla servono i lamenti delle Walkirie, a difesa della sorella: Wotan è inflessibile, e ordina loro di allontanarsi

Scena III
Il confronto ultimo tra padre e figlia. Brünnhilde sostiene che, proprio disobbedendo, ha compiuto la volontà vera e profonda di Wotan, quella di salvare il figlio amato. Non ha potuto evitarlo: la visione dell’amore di Siegmund per Sieglinde è stata una esperienza sconvolgente per la vergine amazzone, tale da mutare tutti i suoi punti di riferimento, e da indurla alla disobbedienza pur di salvare quell’amore. Ma Wotan è inflessibile, e pronuncia la punizione: Brünnhilde verrà sprofondata nel sonno su una roccia, e il primo che giungerà a svegliarla la avrà. Brünnhilde supplica il padre almeno di proteggere il suo sonno, affinché solo un eroe – e non un uomo vile – possa conquistarla. Wotan accondiscende. Con profondissima malinconia, con un tenero bacio, il padre toglie i requisiti divini alla figlia e l’addormenta; la ricopre del suo scudo, invoca Loge affinché il fuoco protegga il sonno della figlia, e sparisce anch’egli dietro le fiamme: non lo vedremo più come Wotan