Seconda giornata
Atto I
Scena I
Nella foresta, dimora del nano Mime: costui ha allevato Siegfried (il figlio concepito da Siegmund e Sieglinde), essendo Sieglinde morta di parto. Non a caso Mime si è trovato nel posto giusto: avido anch’egli di possedere il tesoro e l’anello, aveva stabilito la sua dimora nei pressi della caverna del gigante Fafner che, trasformatosi in Drago grazie all’Elmo magico, custodisce il Tesoro. Non disinteressatamente, dunque, Mime ha allevato Siegfried, ma solo nella speranza che il ragazzo lo possa aiutare a sottrarre a Fafner/drago il Tesoro, l’Elmo e l’Anello.
Il ragazzo ha in odio il suo tutore, ma entrambi hanno un interesse: forgiare una spada abbastanza robusta. Siegfried la desidera per poter conquistare la libertà, e andarsene da quel luogo e dal suo odiato tutore; Mime perché spera che, adeguatamente armato, il ragazzo possa servire ai suoi scopi. Tuttavia, pur con tutta la sua abilità di esperto artigiano, Mime non riesce a saldare i frammenti della spada di Siegmund, né a forgiarne una nuova che non si rompa immediatamente, a causa della forza bruta di Siegfried
Scena II
Wotan, sotto mentite spoglie (Der Wanderer, un Viandante) si introduce nella abitazione di Mime, e sfida il nano a un gioco di indovinelli. Il nano perde e Wotan, vincitore della sfida, rivela a Mime che soltanto colui che non conosce la paura potrà nuovamente forgiare la spada appartenuta a Siegmund (Notung) e che Mime stesso morirà per mano di chi avrà quel potere.
Scena III
Siegfried riesce, con molta forza e altrettanto ingegno, a riforgiare la spada del padre utilizzandone i frammenti. Mime è stupito, ma anche terrorizzato, perché nonostante i suoi tentativi di inculcarglielo Siegfried non concepisce il sentimento della paura: la profezia dello strano Viandante rischia dunque di avverarsi.
Atto II
Scena I
Intorno alla caverna di Fafner, nella fitta foresta. Alberich e il Wanderer, che sorvegliano il luogo, si incontrano. Nel Wanderer tuttavia Alberich riconosce Wotan, il quale insiste nel mostrare una posizione di neutralità rispetto a quanto sta accadendo. Assisteranno agli eventi, entrambi auspicando (per motivi opposti) il buon esito della missione di Siegfried: il Wanderer/Wotan vuole che Siegfried recuperi l’Anello anzitutto per evitare che il Nibelungo se ne impossessi, e poi perché l’Anello venga restituito al Reno; Alberich è convinto che, una volta eliminato da Siegfried l’ostacolo di Fafner (insuperabile tanto per Alberich quanto per il figlio Hagen), potrà in qualche modo sottrarre l’Anello al ragazzo.
Scena II
Giungono Siegfried e Mime: il nano vuol convincere il ragazzo che presto conoscerà la paura, attraverso l’incontro con il terribile Drago. Il ragazzo invece è attratto dall’avventura. Rimasto solo nei pressi della caverna, nel cuore della foresta, Siegfried si abbandona alle fantasticherie, ed è sopraffatto dalla nostalgia di una madre mai conosciuta. Poi cerca di imitare il canto di un Uccellino. Infine afferra il Corno, il cui suono sveglia Fafner, che sbuca dalla caverna: il ragazzo e il drago combattono, e Siegfried, guidato dall’istinto, riesce a conficcare Notung proprio nel cuore del drago, che soccombe. Distrattamente Siegfried porta alla bocca il sangue del drago, e immediatamente si rende conto di avere il potere di comprendere il canto dell’Uccellino della foresta, il quale lo sta incitando a entrare nella caverna, dove potrà trovare un tesoro. Così il ragazzo torna verso Mime recando con sé l’Anello al dito e il Tarnhelm.
Scena III
Mime e Alberich intanto stanno già litigando, contendendosi il tesoro, convinti di riuscire a sottrarlo a Siegfried. Ma Siegfried è ormai invincibile, perché, come riesce a decifrare il canto degli uccelli, grazie al sangue del drago è in grado anche di leggere, nascoste dietro le sue parole melliflue e menzognere, le vere intenzioni di Mime: il nano infatti in realtà ha in mente di avvelenarlo. Siegfried così uccide il nano e poi, sentendo di nuovo la voce dell’Uccellino, si rimette in cammino: il suo amico volatile gli rivela infatti che lassù sulla rupe, protetta dal fuoco, c’è una fanciulla da risvegliare
Atto III
[Ai piedi della rupe sulla quale dorme Brünnhilde]
Scena I
Nel frattempo Wotan-Wanderer evoca Erda: sebbene egli abbia rinunciato a compiere qualsiasi azione, la sua angoscia non è diminuita, per questo confida nella saggezza di Erda. Ma ciò a nulla vale, ormai tutto si sta compiendo al di fuori del controllo di entrambi, e Wotan non può evitare che il destino del mondo non sia più nel controllo divino ma in quello umano.
Scena II
Tuttavia Wotan/Wanderer fa in modo che anche l’ultimo atto si compia: si pone sul sentiero dal quale giunge Siegfried, e doverosamente lo ostacola, opponendosi al suo cammino. Questo non solo è un atto simbolico, ma sancisce (coerentemente con gli intendi di Wotan) la piena autonomia del cammino di Siegfried dal proprio volere, e dunque la sua legittimazione ad agire liberamente. Questa volta la spada di Wotan si infrange contro Notung, e Siegfried può compiere l’ultima ascesa verso la rupe della dormiente.
Scena III
[La rupe della Brünnhilde addormentata]
Siegfried varca il fuoco, risveglia Brünnhilde con un bacio, e i due conoscono la paura che si materializza nel fatidico momento dell’incontro con quanto é altro-da-sé. La paura tuttavia é vinta dall’amore, e dalla passione carnale che li travolge e li unisce nell’amplesso.
- L’Anello del Nibelungo (Der Ring des Nibelungen)
- Das Rheingold (L’Oro del Reno)
- Il tempo dell’azione
- Die Walküre (La Walkiria)
- Siegfried
- Götterdämmerung (Il crepuscolo degli dèi)
- I personaggi del Ring, non in ordine di apparizione
- Miscellanea fantastica, in ordine alfabetico
- Tutti i personaggti del Ring, in ordine alfabetico
- Scansione temporale degli eventi rappresentati