Non si può ragionare, è obbligatorio tifare


Moni Ovadia (artista, direttore del Teatro Comunale di Ferrara):

“Israele lascia marcire le cose, fingendo che il problema palestinese non esiste, per cancellare la stessa idea che i palestinesi esistano; e la comunità internazionale è complice: questi sono i risultati”

Vittorio Sgarbi (Sottosegretario di Stato al Ministero della cultura, Presidente della Fondazione Ferrara Arte):

“Avendo io sostenuto la nomina di Moni Ovadia a Ferrara, da più parti mi si chiede di farlo dimettere. Il teatro è un’istituzione corale che rappresenta lo stato d’animo della cittadinanza. E il sentimento collettivo è dalla parte di Israele. Il resto sono riflessioni politiche difficili, per un ebreo come Ovadia, anche in tempo di pace. Ho così preso posizione per rispondere a un diffuso sconcerto, tanto più forte perché l’essere ebreo di Moni Ovadia gli dovrebbe imporre dolore e pietà per il suo popolo.
Di fronte all’attacco di Hamas contro cittadini israeliani inermi, invoco il rispetto e la necessità del dolore e della condanna di una azione terroristica senza obiettivi militari. Nessuna disperazione e nessuna ragione possono giustificare un’azione così indegna. Le istituzioni culturali ferraresi hanno il dovere di sostenere il diritto di Israele ad esistere. Ogni altra considerazione umana e politica sui diritti dei palestinesi non può essere invocata“.

Moni Ovadia:

“Io non prendo posizione, ma argomento sulle origini della catastrofe come fa la stampa israeliana.
Non ho inteso minimamente sottovalutare l’orrore contro vittime innocenti.
Io non distinguo fra ebrei e palestinesi.
Inoltre i miei compiti sono professionali, non istituzionali”.


Il tono dell’intervento di Vittorio Sgarbi è insolitamente pacato, e proprio questo mette in risalto la rozzezza e la volgarità dei suoi argomenti, che sono poi quelli di tutta la destra italiana: ‘Sei ebreo’ – dice in sostanza Sgarbi a Ovadia – ‘e quindi non puoi sottilizzare: stai dalla parte dei tuoi, senza se e senza ma’. 
Non contento, Sgarbi varca una volta di più il confine della decenza, negando la storia, e dunque la cultura. Per Sgarbi, infatti, il massacro perpetrato da Hamas cancella la storia di quella terra: “ogni altra considerazione umana e politica sui diritti dei palestinesi non può essere invocata”. I palestinesi dunque, dal 7 ottobre 2023 non hanno diritti, nemmeno sotto il profilo umano.
Ciò che molti ebrei sostengono in Israele, dunque, per Sgarbi in Italia non si può dire.
In Italia non si può ragionare, si deve tifare, il che è la versione che la destra al potere dà dell’esser ‘patrioti’.